venerdì 23 gennaio 2009

NAPOLI CITTA' APERTA!

Un presidio di protesta contro il paventato arrivo in città di centinaia di neofascisti e razzisti da Roma e dal Veneto, indetta da reti studentesche, comitati, movimenti di base, associazioni pacifiste, centri sociali napoletani.


UN'ALTRA NAPOLI E' NECESSARIA!
MA SENZA AFFARISMO, RAZZISMO E NEOFASCISMO

Sabato 24 gennaio, La Destra, un partito di dichiarata ispirazione neofascista e razzista, organizza una manifestazione nazionale a Napoli!
Cercano di cavalcare populisticamente il malessere sociale per un governo della città e della regione che sono ormai impresentabili!
Non solo per l'emergere dei fenomeni di corruzione, ma per non aver saputo proporre nessuna politica alternativa, sul piano dei diritti, rispetto al neoliberismo dominante. L'altra faccia dello "scandalo Romeo" ci ricorda, ad esempio, che decine di migliaia di napoletani continuano a vivere in case popolari assolutamente fatiscenti. Ma ci ricorda anche quanto l'affarismo sia stato trasversale tra centrodestra e centrosinistra, così come gli interessi sulla privatizzazione dell'acqua o gli affari sul ciclo rifiuti e sulla devastazione ambientale dei nostri territori.E' quindi incredibile che chi fino a ieri ha partecipato al banchetto, oggi cerca di presentarsi come una novità!!

Organizzazioni incostituzionali come La Destra sfruttano il revisionismo storico che le istituzioni nazionali incoraggiano da anni, ma anche e soprattutto le politiche della paura, di sfruttamento e repressione del "diverso", a partire dagli immigrati. Politiche in cui il governo Berlusconi sta investendo a piene mani, perchè é il tentativo di fomentare la "guerra tra poveri" per impedire che i poveri si uniscano e chiedano ai ricchi di pagare la crisi che loro stessi hanno provocato!L'alternativa infatti esiste: è quella indicata dai movimenti, dalle comunità e dai comitati che in questi anni si sono mobilitati nella nostra città, costituendo un'opposizione reale alle politiche messe in atto dal governo locale e nazionale. Movimenti che si battono quotidianamente per la tutela ambientale dei territori, per il diritto alla salute, il diritto al lavoro e al reddito, la difesa della scuola e dell'Università pubblica, la funzione sociale dei saperi, per la laicità…Il nostro appello si rivolge perciò a tutti quelli che non vogliono restare intrappolati tra un governo pubblico impresentabile e un alternativa reazionaria e oscurantista, il cui programma, per altro, é un nuovo sacco edilizio di Napoli!Costruiamo invece una mobilitazione che neghi l'agibilità ai nuovi squadristi e riproponga dal basso una ricomposizione delle battaglie per una città dei diritti, dell'antirazzismo, dell'antisessismo e dell'antifascismo!

Sabato 24 Gennaio - ore 14.30
MANIFESTAZIONE PUBBLICA
Porta di Massa (incrocio via Mezzocannone-Corso Umberto)

Antirazzist* e Antifascist* napoletani

mercoledì 21 gennaio 2009

INTERVISTA AL FPLP

Pubblichiamo, qui d'appresso ed a seguito della importante manifestazione nazionale in sostegno della causa palestinese dello scorso 17 gennaio a Roma, la traduzione di un'intervista ad un portavoce del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP).
Avanzare sul terreno della lotta del Popolo palestinese, ricondurla a un ambito di più generale lotta contro l'imperialismo internazionale già a partire da quello "di casa propria", sostenere un popolo al fine di contribuire a determinare le condizioni per l'emancipazione del proprio stesso Popolo, significa e comporta diffondere controinformazione rispetto a quella "ufficiale" dei grandi media, strumentalmente orientata a sopire per poi spezzare coscienze ed attenzione. Significa e comporta autorganizzarsi nel conflitto, attrezzandosi, anche in termini teorici e cognitivi, a farlo. Significa e comporta riconoscere lo spessore delle forze in campo, avere cognizione della "posta in gioco", lottare per la liberazione propria e di tutti quanti oggi sono ancora oppressi, nel "gioco" d'un Capitale ormai già in crisi.
Nessun "moralimo NO WAR", dunque, e nemmeno sterili aprioristici "parteggiamenti" per simpatia di campo. Diversamente, l'adozione di un "punto di vista" specifico nel conflitto in corso ed in potenza e il riconoscimento del diritto e della lotta di quel particolare punto di vista per imporsi e poi opporsi di fronte all'evidenza dello sterminio in atto perpetrato e perpetuato da Israele ai danni d'un Popolo espropriato della terra propria e della propria dignità d'esser Popolo sovrano.
Per una Palestina finalmente unita e libera dal giogo sionista, dove arabi ed ebrei possano convivere in un comune programma di liberazione sociale, senza opportunismi, senza religioni di Stato o Confessioni, laica, democratica ("una testa un voto"), socialista.

Giacché - sappiamo! - senza Giustizia non può esserci Pace. Non in Medioriente nè altrove.

Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo(CdP)
per l'Autorganizzazione sociale


L'agenzia di stampa Ma'an intervista l'FPLP sull'aggressione israeliana a Gaza – 18 gennaio 2009

http://www.pflp.ps/english/

Il 17 gennaio 2009 l'agenzia di stampa Ma'an ha realizzato la seguente intervista con un portavoce del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Nell'intervista l'FPLP discute sulla centralità della resistenza palestinese e sulla persistente aggressione contro il popolo palestinese, in particolare sull'aggressione contro Gaza cui Israele ha dato inizio il 27 dicembre 2008.
L'FPLP ed il suo braccio armato, le Brigate Abu Ali Mustafa (BAAM), al momento sono impegnate in scontri contro le truppe di terra israeliane nella Striscia di Gaza, mentre continuano a lanciare missili attraverso la Green Line verso Israele.
Ma'an ha parlato con un portavoce ufficiale del movimento laico e di sinistra per gettare un po' di luce sull'attuale lotta contro Israele e sullo stato della politica palestinese, sui rapporti con Hamas e con l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP).

(La seguente intervista è stata realizzata via email):

Ma'an: Qual è la posizione dell'FPLP sulle motivazioni che hanno spinto Israele a lanciare la sua massiccia aggressione contro Gaza?
FPLP: L'inizio dei massacri e dei crimini di guerra israeliani contro il nostro popolo è in linea con un obiettivo storico – il tentativo di eliminare la resistenza palestinese, in particolare a Gaza. Come già ha provato a fare nel 2006 in Libano, Israele ha tentato di separare la resistenza dal popolo perseguendo l'eliminazione della prima e l'indebolimento della causa palestinese e dei diritti della nostra gente.
I piani israeliani contro il nostro popolo ed i nostri diritti possono essere realizzati – malgrado la complicità degli Sati Uniti, dei regimi arabi e di parte della "leadership" palestinese – solo con l'eliminazione della resistenza palestinese.
Ora Israele sta imparando che, parimenti a quanto accaduto in Libano nel 2006, malgrado la sua brutalità e l'assoluta criminalità, la nostra gente è il cuore, la culla e la forza della nostra resistenza, e che i loro attacchi non sconfiggeranno mai il nostro popolo né la nostra determinazione nella difesa dei nostri diritti al ritorno, all'autodeterminazione e alla sovranità.

Ma'an: Le incursioni aeree, marine e di terra di Israele sono realmente dirette contro Hamas ed i razzi?
FPLP: I razzi sono una rappresentazione allo stesso tempo pratica e simbolica della nostra resistenza all'occupante. Sono un promemoria costante che ricorda che l'occupante è tale, e che, per quanto possa impegnarsi in assedi, massacri, nel chiuderci in prigioni a cielo aperto, nel negarci il soddisfacimento dei bisogni umani primari, noi continueremo a resistere e ci aggrapperemo fermamente ai nostri diritti fondamentali, non permettendo che siano distrutti. Finché un razzo sarà lanciato contro l'occupante, il nostro popolo, la nostra resistenza e la nostra causa saranno vivi.
Questo è il motivo per cui individuano come obiettivo i razzi: rendono l'occupante insicuro, poiché ognuno di essi è un simbolo ed un atto fisico del nostro rifiuto della loro occupazione, dei loro massacri, dei loro crimini e dei loro continui attacchi contro il nostro popolo. Ogni razzo dice che non acconsentiremo alle loro cosiddette "soluzioni", basate sulla cancellazione e sulla negazione dei nostri diritti.

Ma'an: Cosa dite a proposito delle prossime elezioni parlamentari israeliane? Hanno giocato un qualche ruolo nella decisione di attaccare Gaza?
FPLP: Certamente l'attacco è legato alle elezioni israeliane – serve a sostenere l'immagine del partito Kadima ed in particolare di Livni e Barak, sulle spalle e col sangue di più di 1000 morti palestinesi. Che questo sia un fattore dirimente e positivo in queste elezioni la dice lunga sulla natura di Israele e del Sionismo.

Ma'an: Quanti combattenti dell'FPLP e delle BAAM sono stati uccisi durante l'invasione israeliana e/o I bombardamenti aerei?
FPLP: Al momento non rilasciamo statistiche o informazioni di questo genere poiché sarebbero solo un aiuto all'aggressione militare del nemico contro il nostro popolo. Comunque, possiamo dire che membri delle BAAM sono stati fortemente attivi in tutte le forme di resistenza contro gli invasori e gli occupanti.

Ma'an: Le BAAM sono state attive nella resistenza contro l'esercito invasore?
FPLP: Le BAAM hanno lanciato più razzi al giorno, si sono distinte particolarmente per l'utilizzo di bombe sulle strade, di autobombe e di altri congegni esplosivi che hanno procurato seri danni e distrutto carri armati ed altri veicoli militari dell'occupazione. I combattenti delle BAAM hanno partecipato a tutte le battaglie a tutti i livelli.
Stanno inoltre lavorando strettamente e in coordinamento con tutte le altre forze della resistenza in una lotta unitaria per opporsi al nemico ed unificare la nostra resistenza di fronte ai crimini e ai massacri di Israele.

Ma'an: In quale situazione l'FPLP potrebbe firmare un 'cessate il fuoco' con Israele?
FPLP: Ci siamo opposti alla cosiddetta "tregua" o "cessate il fuoco" (in vigore tra il 19 giugno ed il 19 dicembre 2008) perché la consideravamo pericolosa per il nostro popolo e crediamo sia oggi dimostrato che la nostra analisi fosse corretta.
Israele ha costretto ad una fine della "tregua" con i suoi attacchi ed omicidi – e poi l'ha usata come una scusa per attaccare i palestinesi (per esempio, il 4 novembre, bombardamenti aerei hanno ucciso cinque militanti ed un civile); un obiettivo che ha avuto da sempre, e ha usato un piano d'aggressione preparato precedentemente, durante la cosiddetta "tregua".
La resistenza, in maniera unificata, può sempre decidere che tattiche usare in ogni tempo. Noi chiediamo la fine dei massacri, il ritiro delle truppe d'occupazione dalla nostra terra, la piena, immediata ed incondizionata apertura di tutti i confini – in particolare del valico di Rafah - e la fine dell'assedio contro il nostro popolo. Ma non abbandoneremo mai i nostri diritti fondamentali – a resistere, a difendere il nostro popolo, al ritorno, all'autodeterminazione ed alla sovranità – in nome di una cosiddetta "tregua", che è esattamente ciò che Israele desidera.

Ma'an: Quali sono oggi le relazioni tra Hamas e l'FPLP?
FPLP: Al momento le relazioni tra Hamas e l'FPLP sono determinate dalla resistenza.

Ma'an: Ma l'FPLP è un movimento laico. Ciò non crea difficoltà nel lavoro con Hamas, che invece crede in una società ed in un governo islamico?
FPLP: Sia Hamas che l'FPLP militano nel campo della resistenza, della difesa del nostro popolo, della nostra causa e dei nostri diritti fondamentali.
Entrambi rifiutano i cosiddetti "negoziati", la cooperazione con l'occupante e qualsiasi cosiddetta soluzione politica basata sulla negazione e sull'abrogazione dei diritti della nostra gente; entrambi combattono uniti nella resistenza contro i massacri ed il genocidio perpetrati contro i palestinesi. Questa è l'unità ed è la relazione che ci interessa al momento: unità nella lotta, per il nostro popolo, la nostra causa ed i nostri diritti.

Ma'an: Tornando alla politica, qual è la posizione dell'FPLP sulla legittimità di Mahmoud Abbas (Abu Mazen), il cui mandato è terminato ufficialmente il 9 gennaio?
FPLP: La sola legittimità palestinese che ci interessa al momento è la legittimità della resistenza. Questa è la definizione della nostra unità nazionale: lotta all'occupante e ai suoi crimini, difesa del nostro popolo e dei nostri diritti. La legittimità ora non è quella dell'ANP; essa deriva dallo stare con la resistenza, con la fermezza del nostro popolo, contro i crimini dell'occupante.

Ma'an: L'FPLP crede che, date le circostanze, i palestinesi dovrebbero concentrarsi sulla Striscia di Gaza e meno sulla politica interna? O il ruolo della politica palestinese è più importante che mai?
FPLP: Questo è un momento fondamentale per il movimento nazionale palestinese e per la sua causa, di fronte ad un nemico dedito alla distruzione. La domanda per tutti è: stare con la resistenza o in disparte e permettere così che l'aggressione continui? Ogni briciolo di legittimità politica al momento dipende dalla risposta a questa domanda.

Ma'an: Qual è la situazione dell'FPLP e delle altre organizzazioni della resistenza nella West Bank?
FPLP: Anche la West Bank è sotto assedio, solo di tipo diverso: l'assedio dell'occupazione, degli 11.000 prigionieri politici, della costante confisca della terra, della costruzione delle colonie, dell'innalzamento del muro d'annessione e degli altri crimini continui contro il nostro popolo. Infatti Israele sta approfittando che gli occhi del mondo si siano spostati dalla West Bank a causa dei massacri a Gaza, per procedere ad un numero ancor più grande di confische di terre e di attacchi in Cisgiordania.
Noi non permetteremo che il nostro popolo sia diviso, risieda esso nella West Bank o a Gaza, nei territori palestinesi occupati nel 1948 (i palestinesi all'interno di Israele) o in esilio.

Ma'an: L'FPLP si aspetta che i palestinesi fuori dalla Striscia si solleveranno contro l'occupazione, specialmente alla luce delle recenti atrocità israeliane a Gaza?
FPLP: Noi siamo un'unica nazione, un unico popolo ed un'unica causa, e tutti i piani del nemico per spezzare quest'unità sono destinati a fallire. La nostra determinazione a resistere e a difendere i nostri diritti nazionali al ritorno, all'autodeterminazione, alla libertà e alla liberazione, alla sovranità, ci assicurerà la vittoria e l'unità del nostro popolo, della nostra terra e della nostra causa.

Traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli
coll.autorg.universitario@gmail.com
http://cau.noblogs.org/

martedì 13 gennaio 2009

BLOCCARE LE ARMI AMERICANE DIRETTE IN ISRAELE! BOICOTTARE!

In segno di incontrovertibile e incondizionata solidarietà internazionalista e militante alla Causa palestinese e a quella di quanti oggi lottano contro l'imperialismo, pubblichiamo, qui di seguito, l'appello del FPLP (Fronte Popolare di Liberazione della Palestina) al Popolo greco per il boicottaggio delle manovre logistiche e militanri americane finalizzate al sostentamento dell'aggressione israeliana a Gaza.
Chiamiamo tutti i militanti internazionalisti, ovunque collocati, a costruire iniziativa politica, diffondere controinformazione militante, praticare azione di boicottaggio diretto ed indiretto contro Israele, vittima di ieri, carnefice di oggi.
Raccogliere contributi militanti a sostegno della Resistenza palestinese e le sue Organizzazioni.
Per una Palestina libera, laica, socialista.

Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo (CdP)
per l'Autorganizzazione sociale

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Appello urgente al popolo Greco: bloccare le spedizioni
di armi statunitensi dai porti greci verso Israele!

Tratto da: http://www.pflp.ps/english/

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiama il movimento greco, il popolo greco e tutte le forze progressiste a livello internazionale a fermare la pianificata spedizione di armi statunitensi ad Israele dal porto greco di Astakos. Media internazionali hanno rivelato che la Marina statunitense sta tentando di spedire 325 cointainers di munizioni, per un peso di oltre 3000 tonnellate, in una spedizione di emergenza di armamenti per aiutare l’occupazione nella sua guerra contro il popolo palestinese a Gaza.

Il FPLP chiama i popoli del mondo, ed in particolare il movimento greco, ad agire per fermare tale spedizione di armi. Gli U.S.A. stanno provando a noleggiare una nave mercantile per portare gli armamenti agli israeliani al porto di Asdud nella seconda metà di gennaio. Non dobbiamo permettere che questi armamenti arrivino nelle mani degli israeliani, che li userebbero per massacrare il nostro popolo a Gaza! Dobbiamo impedirlo in tutti i modi!

Queste bombe saranno utilizzate nelle guerre di Israele – contro i palestinesi, i libanesi, gli arabi, gli iraniani e tutti i popoli della regione. Questa spedizione d’emergenza indica che l’occupante sta richiedendo una quantità sempre maggiore di armi nella sua futile guerra di massacri contro il popolo e la resistenza palestinesi.

La richiesta del popolo palestinese, di quello arabo, e di tutte le forze progressiste - comprese quelle statunitensi – è l’isolamento internazionale di Israele e la fine di tutti gli aiuti statunitensi. Il governo U.S.A. è un partner strategico di Israele, ed è impegnato ad associarsi a quest’ultimo nei suoi massacri e nei suoi crimini contro il nostro popolo. Se non fermeranno la spedizione di armi, saranno il popolo greco e i popoli del mondo a doverla fermare per loro!

L’FPLP saluta il popolo greco – la vostra solidarietà incondizionata e le vostre manifestazioni di massa in appoggio al popolo palestinese hanno mandato un forte messaggio di sostegno, insieme ad aiuti, volontari ed azioni sul campo. Le vostre coraggiose lotte per la giustizia hanno spronato noi e i popoli in tutto il mondo.Stiamo facendo appello:
A tutte le compagnie greche e a tutte le compagnie di nolo affinché si rifiutino di trasportare qualsiasi carico di armi diretto verso Israele. Qualsiasi compagnia di nolo che porti queste armi ha le mani sporche del sangue del popolo di Gaza!
Ai lavoratori greci e a tutti i lavoratori portuali affinché si rifiutino di caricare qualsiasi carico di armi diretto verso Israele. Le forti mani dei lavoratori greci non devono insudiciarsi con un carico così pericoloso!
Al governo greco affinché proibisca l’uso dei suoi porti per inviare armi all’occupante che sta massacrando il nostro popolo!
Al popolo greco, al movimento greco e a tutte le forze progressiste a livello internazionale affinché agiscano per impedire che simili merci siano caricate o lascino il porto di Astakos!

Il FPLP fa appello affinché continuiate ad esprimere una solidarietà incondizionata e a lottare per impedire che U.S.A. e Israele usino la terra e i porti del popolo greco come un’ulteriore base per l’occupazione, per i massacri e per i crimini.

Il popolo greco ha una storia ed un presente di splendide lotte. I rapporti tra il popolo arabo e quello greco sono forti e oggi possiamo fare appello a voi affinché marciate con noi, ancora una volta, verso la vittoria e la giustizia per il popolo palestinese e per il blocco di questa spedizione di armi!

Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina,
10 gennaio 2009

Traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli
coll.autorg.universitario@gmail.com

lunedì 12 gennaio 2009

LOTTA GRECA

Il Popolo di Grecia continua la sua Lotta. Si tratta della prima “protesta ufficiale” in Europa alla crisi del capitalismo e della sua sovrastruttura politica e ideologica quale è il neoliberismo in salsa conservatrice, autocratica e paternalista. Questa è la crisi esplosa in Grecia nei giorni scorsi. Crisi tutt’altro che conclusa, tra studenti insorti e lavoratori in sciopero, militanti della guerriglia urbana e militari ammutinati “per non spargere sangue del Popolo” che servono. Crisi volutamente occultata dal silenzio strumentale e colpevole – silenzio considerato dal Potere e classi dominanti “politicamente opportuno”… – dei mezzi di informazione ufficiale dei nostri Paesi occidentali.
Esito e significato immediato della crisi, solo uno: lo Stato non esiste. Il senso dello Stato non esiste. Lo Stato è, ad oggi, una mera idea platonica. Quello che invece esiste ed esiste eccome è una burocrazia grigia e traffichina, corrotta ed incapace di dirigere il governo di Popoli e Paesi, totalmente asservita agli interessi privati in ordine alla ridefinizione neo-corporativa delle classi dominanti e del mercato in ansia di profitti e di consumi ormai non già più dati. Stato-pantomima appannaggio dei potenti, dunque, dai signori delle TV private ai grandi costruttori, dai “top-menager” della finanza speculativa e spericolata ai padroni della grande industria e poi giù giù in fondo, alle articolazioni sul campo del Potere, fino a uno “sbirro” di periferia, un po’ nervoso e un po’ frustrato da un salario da fame per un lavoro di merda, che spara e spara ancora per essere sicuro. Spara e uccide. Uccide un ragazzo che si indigna e urla contro ciò che sente come ostile nel presente oltre che per storia fatta dal suo Popolo e Paese; uccide un Compagno che difende il suo corteo e la sua città assediata dal G8; uccide i sindacalisti che organizzano il Lavoro nelle fabbriche delle grandi corporation euro-atlantiche in Sud America. E uccide proprio come Stato e padroni quotidianamente uccidono il Lavoro, in fabbrica e cantiere, strade e moli. Spara al cuore del diritto di Compagni e di persone che liberamente manifestano idee, sentimenti e convinzioni così come governi borghesi e imperialisti sparano al diritto dei Popoli oppressi di autodeterminarsi, rivendicare rispetto e dignità, rivendicare una terra sulla quale vivere e poi crescere, una terra, la loro.
Mentre l’ordine pubblico che quello “sbirro” dovrebbe tutelare – seppur a esatto appannaggio dei potenti – si traduce esattamente nel suo opposto. E così la Grecia brucia. E come la scintilla genera esplosione in un ambiente saturo, la ribellione ellenica, fiamma pilota della Lotta in Europa, rischia di incendiare un mondo che si finge sordo alle istanze sociali delle masse e, consapevolmente, le mortifica prima per poi negarle in tutto.

Bisognava allora seguirla, la crisi greca. Seguirla passo a passo. Provare a intenderne ragioni profonde e motivi di base, al fine di individuarne prospettive ed esiti che non fossero già bruciati insieme coi centri commerciali del Paese. Bisognava vederla quella classe dominante, ammantata di democrazia all’occidentale e già figlia dei colonnelli e il loro tempo, loro figli o nipoti e chi con loro o in loro vece. Collaboratori, Consulenti, ministri, portavoce e portaborse, tutti schierati, piuttosto che "in discesa a difesa della loro celebrazione", umiliarsi pubblicamente in TV nel non saper da che verso prendere la crisi, non saperla affrontare in nulla se non invocando più repressione, lusingare gli armatori dei loro yatch a Mykonos, elemosinare altri crediti alle banche che, di rimando, elemosinano crediti allo Stato. Classe dominante mediocre ed ignorante, che conosce le lingue ma che non riesce a elaborare progetto di sviluppo alcuno che non sia l’ambizione di una villa a Kolonaki (quartiere “in” di Atene che si staglia come ellenica Beverly Hills sulla sterminata periferia della capitale, recentemente dato alle fiamme dagli “insurrezionalisti”!). Figurarsi poi un progetto di Progresso…

Certo è la destra greca di governo che fa carte, ma la sinistra istituzionale non è da meno. Il Popolo sa, vede e oggi vi si oppone, non riconoscendosi in alcuno. La privatizzazione coatta e repentina di tutto e di tutti fa sì che poteri pubblici, istituzioni democratiche, la legalità più generalmente intesa siano appannaggio di lobbie di interesse che ne dispongono a uso, consumo e abuso, particolaristico e privato. Così la Legge, corrotta e deviata, con carriere di poliziotti e autorità giudiziarie legate agli stati di avanzamento dei gruppi di potere in concorrenza tra di loro, oligarchie di riferimento, caste d’affaristi senza scrupoli.
Mentre nei sobborghi popolari greci, ormai pericolosi e violenti come mai, la gente non sa più da chi proteggersi o prender le distanze: padroni, guardie o ladri, miti, eroi, santi o falsi dei.

È questa la Grecia che giovani ribelli greci cercano di esorcizzare e di combattere. Giovani insorti a pugni tesi e denti stretti, cuore in gola e fiamme in mano. Giovani dal volto coperto, a tutela autarchica e sapiente della loro stessa sicurezza, a fronte di vendette e rappresaglie, spesso “smodate”, troppo spesso smodate, della polizia. Giovani che restituiscono terrore al terrore imposto loro da una democrazia ormai in bilico tra regressioni autoritarie e criminalità diffusa di governo. Giovani Prometeo, si direbbe…
Così Exarchia, un tempo quartiere di artisti, fricchettoni e bohemien, diventa oggi “quartier generale” di militanti irregolari, roccaforte di ribelli in bilico da giorni tra spontaneismo barricadiero e contropotere praticato.
La polizia insiste, tenta di disperderli, li attacca. Errore nell'errore. I ribelli crescono, si "incattiviscono". Stavolta si organizzano anche i lavoratori. È sciopero generale. Proclamato. Poi proclamato ancora. Mentre tra le file dei militari messi ormai in stato d’allerta ed armati all'occorrenza dalle loro linee di comando distanti dal conflitto, cresce il fenomeno dei “riservisti”, militari che “si riservano” di impugnare quelle armi contro il Popolo di cui, del resto, sono i figli.
Un disastro, insomma. Non una sventura caduta sulla Grecia per mezzo di una sorte cinica e bara, ma il raccolto d’una semina che ormai viene da lontano. Si chiama bipolarismo perfetto. Si chiama Governance.
E mentre un po’ turbata sospira Atena, dea della Giustizia, altro non resta se non il fuoco. Così la Grecia brucia.

Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo (CdP)
per l'Autorganizzazione sociale

giovedì 1 gennaio 2009

BUON ANNO NUOVO!

Il Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo (CdP), augura a tutte le Compagne ed i Compagni, resi tali nella e dalla Lotta e dal Lavoro, un nuovo anno di conquiste e di Vittoria, convinti che tanto si possa credere nella realtà di ciò che si pensa solo se si pensa alla realtà di ciò in cui si crede.

Dire sempre ciò che si pensa, dunque, fare ciò che si dice ed, in definitiva, provare a pensare sempre come si vive, resta per Noi massima di Vita e disciplina militante di braccia, cuore e di coscienza. Asse metodologico di pratica e pensiero che socializza e poi orienta esperienze ed intelletti di individui e collettivi tutti tesi, ad oggi, ad un Futuro non già dato ma tutt'altro e, pertanto, poi al Progresso, fosse pure, rischiarandone la via, col fuoco che già sa di Grecia.

Collettivo politico MILITANZ Casa del Popolo
per l'Autorgnaizzazione sociale