lunedì 25 maggio 2009

CONTRO IL G8 DELLA CRISI, CON LE POPOLAZIONI D’ABRUZZO

E’ passato più di un mese dal terribile sisma in Abruzzo che ha distrutto interi paesi, provocato centinaia di morti e migliaia di sfollati. Come per la vicenda rifiuti in Campania il Governo ha cercato di mostrare fin da subito un’ immagine mediatica di efficienza nella gestione della nuova emergenza, censurando il dissenso e militarizzando i campi con esercito e protezione civile.
Così, mentre decine di migliaia di persone che hanno perso tutto vivono in veri e propri campi profughi, si approvano decreti per la ricostruzione senza nessuna copertura finanziaria, si prepara il sacco
speculativo con la “new town” come avvenuto con il terremoto dell’80 in Campania e - come se non bastasse - si decide di spostare il G8 proprio in Abruzzo, strumentalizzando la sofferenza delle popolazioni per cercare di criminalizzare chiunque legittimamente protesti proprio contro quelle logiche di profitto che causano dappertutto disastri
ambientali e sociali.
Di fronte a queste squallide speculazioni politico-elettorali, i movimenti sociali e le realtà di base campane sanno da che parte stare:
solidali con le popolazioni dell’Abruzzo- con chi ha perso la casa, il lavoro- e fermamente schierati contro il G8 e le politiche securitarie, di precarizzazione, di sfruttamento che impone ovunque nel mondo.

Le verità sul terremoto in Abruzzo tra mancata prevenzione, militarizzazione e rischi di speculazione

MERCOLEDI 27 h16.30
ASSEMBLEA PUBBLICA
con attivisti provenienti dall’Abruzzo
presso
Istituto Universitario Orientale
Palazzo Giusso

a seguire h21.00
SERATA SOLIDARIETA'
con musica, proiezioni video e materiali informativi
presso
Centro Sociale Banchi Nuovi


RETE CAMPANA CONTRO IL G8
in solidarietà con le popolazioni dell’Abruzzo

domenica 3 maggio 2009

2 MAGGIO..

1° Maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. La Seconda Internazionale, socialista, riunita proprio in quei giorni nella capitale francese, ne preparava l’organizzazione, la mobilitazione generale, il varo quale giornata di Festa e di Lotta del mondo del Lavoro tutto, per osservare i traguardi raggiunti, sul piano economico e sociale, dalla classe lavoratrice sì come disciplinata nelle rispettive associazioni sindacali.

Man mano che si avvicinava il 1° Maggio dell’anno successivo, il 1890, le organizzazioni dei lavoratori intensificavano l'opera di sensibilizzazione sul significato di quell'appuntamento, che già riecheggiava la grande manifestazione operaia di Chigago del 1886 e la battaglia internazionale per la riduzione ad 8 ore della giornata lavorativa.

"Lavoratori - si leggeva in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l'Internazionale!".

Da quella data, nonostante l’atteggiamento apertamente repressivo di monarchie e governi borghesi autoritari, nonostante la sospensione formale della giornata di festa durante i regimi fascisti, nonostante la strisciante ostilità volta al sabotaggio da parte delle forze antioperaie “collaborazioniste” col Capitale, il 1° Maggio confermerà, anno dopo anno la sua straordinaria presa, la sua capacità di mobilitazione generale, l’intrinseca solidarietà di classe internazionale. Il 1° Maggio divenne così la “Festa delle lavoratrici e dei lavoratori di tutti i Paesi”, la “Festa del Lavoro”, permanentemente organizzata, anno dopo anno.

"Il proletariato internazionale - affermava compiaciuto Fiedrich Engels - passa in rivista [in questa giornata, ndr.] le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti".

Poi, come ogni anno, anno dopo anno, venne il 2 maggio..