sabato 28 giugno 2008

LOTTERIA POPOLARE MILITANZ


Care Compagne, Cari Compagni,

in occasione della prima Festa dell'Autorganizzazione Sociale, prevista per i prossimi 13 e 14 settembre 2008 in località S. Antimo (NA) dai Collettivi politici Militanz CdP e Militanz UniCal, prende avvio la prima Lotteria Popolare Militanz. Si tratta della classica "riffa" di autofinanziamento popolare con estrazione finale dei premi in palio.

Per chi come Militanz e il suo progetto rifiuta consapevolmente, per scelta, le cosiddette "coperture istituzionali" o la "benemerenza funzionale" di partiti ed organizzazioni politiche sempre pronte a "sostenere" progetti sociali dal basso per poi chieder conto in termini di orientamento e determinazione di obiettivi politici e strategici, l'autofinanziamento popolare rappresenta una misura di vitale importanza per far fronte alle spese che l'attività e la stessa militanza politica e sociale impongono. Rappresenta l'unico modo, insieme alla sottoscrizione militante di tanti Compagni e Compagne che, quotidianamente e generosamente, si impegnano nella realizzazione di percorsi di autonomizzazione reale delle istanze di Popolo e di Classe, per rendere il quadro delle rivendicazioni che detti Compagni sostengono, le posizioni che difendono, la lotta politica che conducono, realmente "libere", non condizionate da interessi di parte altra, scevre da ogni tentativo di eterodirezione strumentale.

Invitiamo tutti, pertanto, ad acquistare un biglietto della "riffa" di autofinanziamento popolare al fine di sottoscrivere, con un contributo proprio alla possibilità di ognuno, l'attività politica e militante di lavora oggi, nel tempo delle "fine della rappresentanza per delega" delle rivendicazioni di classe, alla costruzione di princìpi e presupposti di nuova e rinnovata democrazia diretta e non formale. Di chi lavora ad oggi fuori e contro la logica stessa delle compatibilità istituzionali e, pertanto, si autorganizza e lotta per l'Autonomia di Classe. A chè il Popolo lavoratore tutto - al quale pure apparteniamo! - possa guadagnarsi, ancora e nuovamente, alla rappresentanza diretta e non mediata delle proprie istanze di riscatto e di vittoria.

Solo la lotta paga, ma costa!

Estrazione finale della Lottera popolare Militanz il 13-14 settembre 2008 presso la Festa dell'Autorganizzazione Sociale dei Collettivi politici Militanz.

Premi in palio:

  • DVD Player multilettore Dolby Digital HQ
  • Mp3 Player Stereo Speaker 1G
  • Stereo CD Radio System Compact Hi-Fi

Per info: (+39) 347 8561486 - email: militanz.cdp@gmail.com

lunedì 23 giugno 2008

APERTIVO SOCIALE E PROIEZIONE


GIOVEDI 26 GIUGNO 2008 ore 19
APERITIVO SOCIALE E PROIEZIONE
presso
CASA del POPOLO MILITANZ
via Francesco Girardi, 22
S. Antimo (NA)

"Team America: World Police" non è un tipico film di animazione, non è totalmente in computergrafic, come i recenti "Robots" o "Shrek", ma neanche disegnato, come i classici film della Disney. E' la storia di una forza di polizia internazionale che lotta contro il "terrorismo" e decide di ingaggiare come spia, da infiltrare in un covo di terroristi arabi, un attore emergente, Gary Johnston. Tra esplosioni, assassini e inseguimenti proveranno, in maniera iperbolica, a sconfiggere il capo di Stato della Corea del Nord Kim Jong I1, efferato dittatore, riuscendo anche a trovare il tempo per innamorarsi.
I protagonisti di questa avventura non sono attori ma delle marionette! Una trama alquanto scontata e un'introspezione psicologica dei personaggi quasi nulla, permette di dissacrare un genere cinematografico e avanzare critiche alla politica da "paladini del mondo" degli americani, in maniera estremamente graffiante e ironica. In questo film ce n'è davvero per tutti, anche gli attori più famosi di Hollywood entrano nella farsa, per mostrare quanto quel mondo dorato sia spesso fatuo. Lo stesso uso della marionetta oltre a essere un espediente a lungo dimenticato, può essere interpretato come un appunto allo star system di oggi, ovvero l'attore come marionetta sia perché strumento nelle mani del regista, sia perché espressivo quanto un pupazzo.Un cast tecnico davvero stellare che vede come direttore della fotografia Bill Pope e come registi i creatori di Sout Park: Trey Parker e Matt Stone. Proprio dalla fortunata serie si prendono molti spunti ironici che rendono però il film non molto adatto ai bambini, ma estremamente divertente."
(recensione di Ilaria Ferri)

Il Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo invita tutti a partecipare!

mercoledì 18 giugno 2008

OPPOSIZIONE CREDIBILE O INCREDIBILE OPPOSIZIONE?

Sotto l’egida del centrosinistra liberale prima e del centrodestra reazionario poi, il processo di progressiva capitalizzazione dei servizi sociali essenziali alla pubblica utilità, nonché quello di privatizzazione forzata dei settori chiave dell’economia nazionale con la relativa concentrazione proprietaria dell’intero sistema del credito, hanno permesso la ricostituzione di una base materiale effettiva tesa a rafforzare l’influenza del capitale finanziario italiano in termini di proiezione politica tesa all’individuazione de facto di governi, di volta in volta alla guida del Paese, garanti degli interessi dominanti in qualità di malcelati comitati d’affari.
Pur avendo sostenuto il governo dell’Ulivo per tutta la scorsa legislatura, la grande borghesia nazionale ha investito, oggi e nuovamente, sul PdL, il "club-azienda" di proprietà di Berlusconi. Consapevole del suo ruolo di cerniera politico-operativa tra la conciliazione degli interessi particolari dei maggiori gruppi finanziari del Paese (Mediaset, Mediolanum, Capitalia, Banca Intesa, etc.) e la più generale rappresentanza degli interessi della classe dominante, il padronato italico, su richiamo suadente del suo Presidente in carica nouvelle madame Pompidour la sig.ra Marcegaglia, si appresta alla ridefinizione in senso neocorporativo dello Stato borghese.

D’altro canto, l’italica destra sempre incline a premer il "ventre molle" del Paese e gli istinti più egoistici ed individualisti che da esso promanano, ha costruito intorno a sé consenso generale, popolare addirittura. Strano davvero a dirsi, ma la perdita della ragione sociale delle sinistre di governo – o forse della ragione tout-court! – ha fatto sì che si sollevasse prepotente un nuovo e – ahinoi! – rinnovato vento di destra, spirato non solo dalle storiche pulsioni classiste ed anticomuniste della borghesia nostrana, quanto piuttosto da ampie fasce popolari costrette a condividerne griglie valoriali e sistemi culturali(?) a fronte di alternative "di sinistra" deboli, corrotte ed impotenti. O magari, più banalmente, dalla considerazione ovvia – e del tutto evidente agli intendimenti nazional-popolari – secondo cui "meglio un governo di destra che un governo di sinistra che fa quello che farebbe un governo di destra".
Programma e prossime leggi finanziarie del nuovo governo Berlusconi (il numero 4!), costitutivamente contrassegnate in senso reazionario, ereditano e sviluppano, infatti, le linee-guida del precedente governo di centrosinistra: l’attacco alla contrattazione operaia ed allo stato sociale, pur negli alterni "raccordi pacificatori" (a perdere!) col sindacato confederale, l’affondo al sistema scolastico, sanitario e pensionistico, si combinano con sempre più stringenti misure di restrizione degli spazi di agibilità politica e democratica e con la radicalizzazione autoritaria dell’apparato dello Stato. L’improvvisata Robin Tax, foglia di fico dietro la quale occultare – con fittizie manovre di tassazione aggiuntiva dei profitti dei signori del petrolio – il divario sempre più allarmante tra ricchezza e povertà, si presenta già ad ora come volontariamente insufficiente ad affrontare il problema dei redditi da lavoro dipendente e, men che meno, quello di una più equa ridistribuzione della ricchezza prodotta ed accumulata solo dai magnati del capitale. Questo mentre lo stesso Governo Berlusconi ha già preso a votare leggi ad personam per il suo capo, i suoi amici, gli amici degli amici: depenalizzazione del falso in bilancio, conferma dello scorso lodo Cirami e la relativa possibilità di scegliere la Corte da cui farsi processare fino a ricusare magistrati "non graditi" ad imputati eccellenti, impunità parlamentare per il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri.

La linea di gestione di tale governo non ha mai conosciuto, tuttavia, un assetto stabile. Resta insoluta la contraddizione tra la necessità di fare fronte ad un blocco di interessi tanto esteso e l’esigenza di farlo entro i "paletti" del patto europeo di stabilità, peraltro in un momento in cui gli Accordi di Lisbona, per esempio, non sono mai stati tanto impopolari (recente il voto contrario del Popolo Irlandese, che, direttamente, si collega al voto contrario nel referendum popolare sulla Costituzione europea espresso anni or sono da quello francese ed olandese).
Queste difficoltà strutturali, che sottendono al quadro di una sorta di compromesso neobonapartista sottoscritto dal governo con il Popolo italiano, spingono il governo stesso a non cercare lo scontro frontale, pur avendo piena consapevolezza che solo l’attacco al lavoro dipendente e la compressione ulteriore dello stato sociale potrà riaprire, potenzialmente, i margini di mediazione geopolitica e ricompattamento al suo interno. Solo questione di tempo, dunque. Mentre il conflitto sociale, spontaneamente, avanza e sopravanza, si autoproduce e si riproduce, nel tasso "fisiologico" di lotta di classe che si dispiega nel Paese, così come in ogni società a "capitalismo avanzato". Si determina, oggi, in forma di resistenza spontanea, di non-collaborazione di settori popolari e di massa – in alcuni casi assolutamente consistenti! – con i disegni di speculazione ambientale, economica, finanziaria verticalmente imposti dall’alto dei potentati politici e malavitosi in concerto tra di loro e schierati, pertanto, a tutela dei loro unici interessi. Interessi – lo sappiamo! – fatti di appalti e clientele, voti di scambio (quelli si ai lor signori utili!) e favoritismi. Connivenze, in definitiva. Da Nord a Sud. Nessuna eccezione, nessun’isola felice..
In breve, alla progressiva stabilizzazione di questo governo corrisponde una progressiva ricaduta a destra delle sue politiche sociali, incoraggiate dalla paralisi subalterna e collaborazionista del centrosinistra e del sindacato concertativo.

La cacciata del Governo Berlusconi, dunque, diventa necessità inderogabile per la tenuta e la riconquista di diritti e delle garanzie sociali, delle libertà politiche ed agibilità realmente democratiche. Risponde all’interesse generale del movimento operaio e dell’intero blocco sociale antagonista interrompere il ciclo di fascistizzazione delle istituzioni e trovare uno sbocco unificante delle loro lotte. Fuori da meri "raccordi di cartello", soluzioni organizzativiste ed artefatte, operazioni di "ingegneria politica" quanto non di vera e propria alchimia..

Proletarizzazione di ampi settori della piccola-borghesia, precarizzazione delle condizioni di lavoro dei proletari, arretramento delle condizioni materiali di vaste masse popolari nel Mezzogiorno, rappresentano già, una minaccia potenziale di generale esplosione sociale.
Chi si è illuso di limitarsi ad una ordinaria opposizione istituzionale – quando ne ha avuto possibilità se non quando è andato addirittura al governo del Paese! – è stato smentito amaramente e "punito" giustamente nelle urne. Lavorare, invece, ad una straordinaria opposizione nel Paese, rafforzando, nelle lotte, le istanze di autonomizzazione delle rivendicazioni sociali e di classe, intensificare la richiesta di sciopero generale non concertato, moltiplicare tutte le azioni di resistenza popolare per estenderne il coefficiente di radicalità, intensità e durata in funzione antigovernativa, sono, invece, la base reale sulla quale recuperare il ritardo della politica rispetto alla giusta domanda di rappresentanza diretta posta e imposta dalle fasce popolari, la base reale della controffensiva di classe, la base reale dell’opposizione sociale a qualsiasi altro governo dei padroni sostenuto dai padroni. Per una chiara prospettiva anticapitalistica quale Alternativa di Classe, di Sistema, di Potere.

Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo
per l'Autorganizzazione sociale

giovedì 12 giugno 2008

SI PUO' FARE..

Condividendone aspetti, analisi e contenuti, riportiamo qui di seguito il comunicato del Compagno Cararo (Rete dei Comunisti) in merito alla manifestazione dello scorso 11 giugno, a Roma, contro la presenza in Italia del Presidente americano George W. Bush in visita - manco a dirlo! - al governo-vassallo Berlusconi..

Il movimento contro la guerra scende in piazza
contro Bush e Berlusconi
e batte un colpo importante per tutti

di Sergio Cararo

"Le migliaia di persone scese in piazza a Roma, insieme a quelle mobilitatesi in altre otto città contro la visita di Bush e i colloqui con Berlusconi, sono un segnale importante per molti aspetti.
Da un lato si conferma che la continuità, la coerenza dei contenuti e il coraggio di chiamare alla mobilitazione anche nelle fasi critiche, non è un messaggio nel deserto ma coglie l’esigenza di non cedere terreno sui punti centrali dell’agenda della lotta contro la guerra globale.
Il Patto permanente contro la guerra si conferma così un’esperienza importante per la continuità e l’approfondimento della spinta nata proprio il 9 giugno di un anno fa con la grande manifestazione contro un’altra visita di Bush e la politica militare dell’allora governo Prodi. In questo anno, nonostante scetticismi e l’attenuazione della guerra come tema rilevante dell’agenda politica, le realtà che hanno animato il Patto hanno reso possibile una continuità unitaria di confronto e iniziativa che si è rivelata nelle sue possibilità e potenzialità anche nella giornata di mobilitazione di mercoledì 11 giugno.

La riuscita manifestazione di Roma ha confermato a tutti – anche agli scettici e ai demoralizzati – che si poteva fare, che si può fare. Se c’è un minimo di soggettività che tiene sui contenuti e che può farsi forte della propria coerenza politica, si può mettere in campo anche nelle condizioni più difficili e distratte, una mobilitazione importante, autonoma e coinvolgente di settori piuttosto ampi.

Il fatto che i partiti della ex sinistra di governo debbano in qualche modo rinunciare a qualsiasi ambizione di leadership e di rivincita sui movimenti, è indicativo di una nuova realtà. Giustamente compagne e compagni in diversi fronti della mobilitazione sociale (dai rifiuti alla lotta contro la guerra) hanno insistito affinché la rappresentazione di questa mobilitazione non venisse scippata da forze politiche che ancora stentano a fare i conti seriamente con le loro responsabilità nei devastanti due anni di partecipazione al governo Prodi.
Oggi la guerra non è un fattore che può essere parametrato sulla base della politica italiana, né su quella dei partiti ex parlamentari né su quella delle realtà dei movimenti sociali “di scopo”.
E’ evidente a tutti che stiamo entrando nella fase più pericolosa della guerra preventiva, quella in cui USA e Israele e i loro alleati si giocheranno il tutto per tutto per evitare di fare i conti con il proprio declino economico e morale e con la crisi della propria egemonia storica.
L’attacco contro l’Iran rappresenta esattamente questo e le sue conseguenze riverberanno in tutto lo scenario che i guerrafondai USA hanno definito come Grande Medio Oriente.

Dentro queste conseguenze, l’Italia è pienamente coinvolta. I ministri Frattini e La Russa hanno già annunciato proprio l’11 giugno il cambiamento delle regole d’ingaggio per i contingenti militari italiani presenti sui teatri di guerra, mentre Berlusconi anima le ambizioni neocoloniali dell’Italia e vuole vedersi riconosciuto la status di potenza internazionale (il 5+1 sull’Iran, il seggio permanente al Consiglio di Sicurezza). Il sistema operativo di basi militari USA/NATO presenti sul territorio italiano sarà pienamente funzionale alla nuova escalation della guerra, inclusa l’accelerazione dei lavori per la nuova base a Vicenza e l’allargamento delle basi di Sigonella e Camp Darby.

L’alleanza subalterna con gli USA proietta l’Italia dentro questo cono d’ombra della guerra globale. Chi si opporrà con decisione a questa prospettiva inquietante per tutti? Non lo farà il PD perché ne condivide presupposti e ambizioni. Non lo faranno i partiti ex parlamentari della sinistra perché non hanno messo in crisi questo processo quando hanno avuto l’opportunità di farlo. Spetta dunque al movimento No War e al suo Patto Permanente – alle forze politiche e sociali che lo hanno animato e mantenuto - prendersi sulle spalle il fardello di una seria opposizione alla guerra e alle sue conseguenze.
La giornata di mobilitazione dell’11 giugno ha dimostrato che 'SI PUO’ FARE'."

giovedì 5 giugno 2008

CONVEGNO NAZIONALE SULLA QUESTIONE SINDACALE

Tra competizione globale e fine dei diritti del Lavoro
il Sindacalismo indipendente in Italia

COVEGNO NAZIONALE SULLA QUESTIONE SINDACALE
ASSOCIAZIONE MARXISTA “POLITICA E CLASSE”

Modifica della produzione e della composizione di classe, la perdita dell’identità per il lavoro subordinato, le forme del conflitto e dell’organizzazione di classe, l’importanza dell’inchiesta sono le formule che sono state frequentemente evocate dalla sinistra a partire dagli anni ’90 ma che altrettanto spesso sono state semplicemente rimosse.La sinistra nostrana ha glissato sulla questione sindacale trattandola esclusivamente come elemento tattico da gestire in occasioni politiche od elettorali. La sua scomparsa dalle aule parlamentari dimostra la cecità avuta rispetto alla centralità del rapporto con la classe ed i settori sociali e ridà alla questione sindacale quello spessore teorico che le è stato sistematicamente negato.

SABATO 7 GIUGNO 2008 ore 10.00
CONVEGNO NAZIONALE
SULLA QUESTIONE SINDACALE
Club 22,Via Pirandello n° 3 – Quartiere Pilastro
BOLOGNA

Relazione Introduttiva:

Marco Benevento (Associazione politica e classe – RSU FIOM)

Relazioni:

Mauro Casadio – CUB-RdB
Giorgio Gattei – Docente università di Bologna
Michele Franco – Associazione Politica e Classe Napoli
Luciano Vasapollo – Docente università La Sapienza di Roma

Intervengono:

Giorgio Cremaschi (FIOM), Pino Gianpietro (Confederazione COBAS), Gigi Malabarba (Sinistra Critica), Moustaphà Wagne (coordinamento migranti Verona), Fabrizio Tomaselli (SDL intercategoriale), Cosimo Scarinzi (CUB Scuola), Alberto Pantaloni (Assemblea nazionale delegati autoconvocati), CSOA Vittoria (Milano), Collettivi politici MILITANZ (Napoli e Cosenza), Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro.

Per info: http://www.politicaeclasse.it/

lunedì 2 giugno 2008

2 GIUGNO: LA FESTA(?) DELLA “RE-BELLICA” ITALIANA

La propaganda ufficiale del nostro Paese “impegnato” ormai da anni in operazioni neocoloniali di occupazione “manu militari” di aree strategiche del Pianeta come l’Iraq e l’Afghanistan, utilizza la data del 2 Giugno, l’anniversario della nascita della Repubblica Italiana che quest’anno ne compie 60(!), per presentare agli occhi dei proletari, dei lavoratori, dei precari, del Popolo “sovrano” ed asservito insieme, una realtà ufficiale fatta di parate militari in piazza e sfoggio di presunti primati militari, tutta tesa alla celebrazione delle virtù delle forze armate nazionali come portatrici di pace e di concordia tra i Popoli, esportatrici di democrazia e di libertà, foriere di civiltà e di progresso। E mentre il mondo intero, dal Libano alla Palestina, dalla Serbia alla Somalia, versa in una nuova e rinnovata spirale di regresso ed instabilità, la menzogna orchestrata ad arte, la mistificazione sapientemente spettacolarizzata, diventa la “voce ufficiale” del Governo neobonapartista alla guida del Paese. Falsità nascoste ed occultate all’ombra di un “Tricolore” che, nelle parole di “illustri” esponenti eletti in Parlamento, “sveltola orgoglioso al di la dei nostri confini nazionali!” (Sembra una frase del 1934, nevvero?). Bugie di Stato che diventano Segreti ma pubblicamente erette a Verità.
Intanto l’Esercito Italiano – quello vero, quello fatto di truppe terrestri d’occupazione militare e forze aereo-navali di supporto, quello obbediente a generali che “giocano alla guerra” su di un “Risiko” reale e quello degli “eroi della Patria” pagati mediamente 6।000 euro al mese… – continua a rendersi responsabile di operazioni di “monitoraggio territoriale” armato a danni di popolazioni e i loro legittimi governi “colpevoli” solo di non “rendersi disponibili” ai dettami per lo sfruttamento petrolifero e la geolocalizzazione delle nuove filiere di produzione e distribuzione del Capitale globalizzato, sì come imposti dai governi occidentali tramite i loro organismi sovranazionali di gestione economica e finanziaria (WTO, FMI, BM, etc.). Smascherata, ad esempio, la vera ragione per cui, negli ultimi anni, le truppe italiane hanno “presidiato” Nassirija (in Iraq) – ovvero proteggere, a tutti i costi, i contratti già da tempo firmati dall’Eni-Agip per lo sfruttamento del giacimento n°3 – si è svelata, palesemente, la vera natura della missione militare: soddisfare l’ansia di profitto della grande borghesia tricolore. Classe dominante nazionale in crisi poiché il mercato tutto è in crisi. Classe dominante che tenta il suo ripristino nel rinnovo di un sostegno, in ordine di sua propria pubblica rappresentanza istituzionale, al governo neoeletto alla guida del Paese, quale diretto e organizzato comitato d’affari degli interessi di Confindustria, banchieri e padroni. Garante, pertanto, di sempre nuove promozioni espansioniste di un padronato tardo, lento e non competitivo, ma sempre in ansia di mercato e nuovi sbocchi al fine di provare a coprire la sua debolezza estrema. Sbocchi comodi alle merci in sovrapproduzione, sbocchi facili(?), aperti a colpi di cannone, per poi approvvigionarsi in quegli stessi varchi aperti. Questa e solo questa, la motivazione vera del nuovo imperialismo italico. Mentre a pagare il costo del petrolio giunto ormai a quasi 200 euro al barile resteranno le famiglie proprie al Popolo lavoratore tutto: rincari di bollette e carburanti sono all’ordine del giorno, “stringere la cinghia” parola d’ordine portante.

E proprio coloro che dicono – dagli scranni del Governo classista che presiedono e presidiano – che non ci sono i soldi per la Scuola e la Sanità pubblica e garantita, per rinnovare contratti da anni scaduti come quelli del pubblico impiego o dei metalmeccanici, per adeguare salari e pensioni di milioni di operai e lavoratori al caro-vita e all’inflazione prodotta dalla generale crisi finanziaria internazionale, per offrire una prospettiva di vita dignitosa a milioni di precari la cui condizione esistenziale e nel “lavoro” viene eretta a norma del “normale” funzionamento del sistema del Profitto, sono gli stessi che aumentano le spese militari per finanziare guerre presunte “umanitarie”, in realtà appannaggio degli interessi delle lobbie militari e dei produttori di armi ed armamenti; investono milioni di euro per finanziare gli “apparati di sicurezza” dello Stato – come sappiamo – funzionali solo al “contenimento”, in termini di repressione preventiva, dei movimenti di lotta per la liberazione sociale; continuano a foraggiare gli interessi delle multinazionali della guerra e del terrore – quello vero! – per poter partecipare alla divisione del bottino ricavato dalla scientifica rapina organizzata a danno dei Paesi occupati e devastati.
Così, all’”opposizione-ombra” in Parlamento, ovvero la finta opposizione “riformista”(?) che vuol “cambiare le cose dal di dentro”, altro non resta che daffare se non l’unione nell’ipocrita propaganda patriottica portata avanti dal Governo Berlusconi in carica, il quale preferisce fare, come gli altri che l’hanno preceduto, di ogni “morto tricolore” un eroe giacché “martire della nostra Patria”, pur di non diffondere la verità sul perché di guerre permanenti funzionali solo alla definizione d’una “via d’uscita”(?) da un’economia stagnante e tendenzialmente recessiva। Tutto, pur di non affrontare la questione dell’iniquità (ri)distributiva di redditi e risorse sulla quale il “Sistema Italia” si fonda e si rifonda e poi sprofonda. Tutto pur di non perdere la propria rendita parassitaria e di posizione insieme. Tutto, pur di non perdere il primato di casta e privilegio a vantaggio di se stesso e i suoi amici ed “amici degli amici”. Poiché il Governo, evidentemente, è “Cosa Loro”…

Mentre chi, fino a solo pochi mesi fa, ha creduto(?) che la lotta alla guerra potesse essere risolta in una spilla arcobaleno da indossare in occasione e alla presenza delle Forze Armate dello Stato in fila in piazza e già festose per aver tradotto la Repubblica in “Re-bellica”, si è ormai ritirato in buon ordine a meditare la propria inconsistenza e bene ha fatto। Irresistibile la leggerezza del non-essere..

Per i lavoratori, gli studenti, i precari, le masse popolari in generale, dunque, altra strada non vi è se non quella dell’intensificazione della Lotta della Classe – da riguadagnarsi a nuova e più complessa e plurale identità! – per la difesa e la (ri)conquista dei diritti sociali negati da anni di politiche antipopolari ed antioperaie. Mobilitarsi contro gli interessi dei padroni, dei banchieri, di Confindustria ed i suoi “governi amici” ed amici solo a loro. Altra strada non sussiste se non quella dell’autorganizzazione sociale dei propri interessi collettivi di contro chi si determina aggressore d’altri Popoli e oppressore in “casa propria”.
Radicalizzare i presupposti stessi del conflitto nel sociale al fine di estenderlo e generalizzarlo senza posa a sostegno della Resistenza popolare antimperialista in termini di solidarietà attiva e militante e contribuire al rafforzamento della resistenza sociale nel nostro stesso Paese, resta e torna ad essere il compito immediato e quotidiano di quanti non si rassegnano all’ordine esistente e persistente delle cose.

Collettivo politico MILITANZ Casa del Popolo
per l'Autorganizzazione sociale