La propaganda ufficiale del nostro Paese “impegnato” ormai da anni in operazioni neocoloniali di occupazione “manu militari” di aree strategiche del Pianeta come l’Iraq e l’Afghanistan, utilizza la data del 2 Giugno, l’anniversario della nascita della Repubblica Italiana che quest’anno ne compie 60(!), per presentare agli occhi dei proletari, dei lavoratori, dei precari, del Popolo “sovrano” ed asservito insieme, una realtà ufficiale fatta di parate militari in piazza e sfoggio di presunti primati militari, tutta tesa alla celebrazione delle virtù delle forze armate nazionali come portatrici di pace e di concordia tra i Popoli, esportatrici di democrazia e di libertà, foriere di civiltà e di progresso। E mentre il mondo intero, dal Libano alla Palestina, dalla Serbia alla Somalia, versa in una nuova e rinnovata spirale di regresso ed instabilità, la menzogna orchestrata ad arte, la mistificazione sapientemente spettacolarizzata, diventa la “voce ufficiale” del Governo neobonapartista alla guida del Paese. Falsità nascoste ed occultate all’ombra di un “Tricolore” che, nelle parole di “illustri” esponenti eletti in Parlamento, “sveltola orgoglioso al di la dei nostri confini nazionali!” (Sembra una frase del 1934, nevvero?). Bugie di Stato che diventano Segreti ma pubblicamente erette a Verità.
Intanto l’Esercito Italiano – quello vero, quello fatto di truppe terrestri d’occupazione militare e forze aereo-navali di supporto, quello obbediente a generali che “giocano alla guerra” su di un “Risiko” reale e quello degli “eroi della Patria” pagati mediamente 6।000 euro al mese… – continua a rendersi responsabile di operazioni di “monitoraggio territoriale” armato a danni di popolazioni e i loro legittimi governi “colpevoli” solo di non “rendersi disponibili” ai dettami per lo sfruttamento petrolifero e la geolocalizzazione delle nuove filiere di produzione e distribuzione del Capitale globalizzato, sì come imposti dai governi occidentali tramite i loro organismi sovranazionali di gestione economica e finanziaria (WTO, FMI, BM, etc.). Smascherata, ad esempio, la vera ragione per cui, negli ultimi anni, le truppe italiane hanno “presidiato” Nassirija (in Iraq) – ovvero proteggere, a tutti i costi, i contratti già da tempo firmati dall’Eni-Agip per lo sfruttamento del giacimento n°3 – si è svelata, palesemente, la vera natura della missione militare: soddisfare l’ansia di profitto della grande borghesia tricolore. Classe dominante nazionale in crisi poiché il mercato tutto è in crisi. Classe dominante che tenta il suo ripristino nel rinnovo di un sostegno, in ordine di sua propria pubblica rappresentanza istituzionale, al governo neoeletto alla guida del Paese, quale diretto e organizzato comitato d’affari degli interessi di Confindustria, banchieri e padroni. Garante, pertanto, di sempre nuove promozioni espansioniste di un padronato tardo, lento e non competitivo, ma sempre in ansia di mercato e nuovi sbocchi al fine di provare a coprire la sua debolezza estrema. Sbocchi comodi alle merci in sovrapproduzione, sbocchi facili(?), aperti a colpi di cannone, per poi approvvigionarsi in quegli stessi varchi aperti. Questa e solo questa, la motivazione vera del nuovo imperialismo italico. Mentre a pagare il costo del petrolio giunto ormai a quasi 200 euro al barile resteranno le famiglie proprie al Popolo lavoratore tutto: rincari di bollette e carburanti sono all’ordine del giorno, “stringere la cinghia” parola d’ordine portante.
E proprio coloro che dicono – dagli scranni del Governo classista che presiedono e presidiano – che non ci sono i soldi per la Scuola e la Sanità pubblica e garantita, per rinnovare contratti da anni scaduti come quelli del pubblico impiego o dei metalmeccanici, per adeguare salari e pensioni di milioni di operai e lavoratori al caro-vita e all’inflazione prodotta dalla generale crisi finanziaria internazionale, per offrire una prospettiva di vita dignitosa a milioni di precari la cui condizione esistenziale e nel “lavoro” viene eretta a norma del “normale” funzionamento del sistema del Profitto, sono gli stessi che aumentano le spese militari per finanziare guerre presunte “umanitarie”, in realtà appannaggio degli interessi delle lobbie militari e dei produttori di armi ed armamenti; investono milioni di euro per finanziare gli “apparati di sicurezza” dello Stato – come sappiamo – funzionali solo al “contenimento”, in termini di repressione preventiva, dei movimenti di lotta per la liberazione sociale; continuano a foraggiare gli interessi delle multinazionali della guerra e del terrore – quello vero! – per poter partecipare alla divisione del bottino ricavato dalla scientifica rapina organizzata a danno dei Paesi occupati e devastati.
Così, all’”opposizione-ombra” in Parlamento, ovvero la finta opposizione “riformista”(?) che vuol “cambiare le cose dal di dentro”, altro non resta che daffare se non l’unione nell’ipocrita propaganda patriottica portata avanti dal Governo Berlusconi in carica, il quale preferisce fare, come gli altri che l’hanno preceduto, di ogni “morto tricolore” un eroe giacché “martire della nostra Patria”, pur di non diffondere la verità sul perché di guerre permanenti funzionali solo alla definizione d’una “via d’uscita”(?) da un’economia stagnante e tendenzialmente recessiva। Tutto, pur di non affrontare la questione dell’iniquità (ri)distributiva di redditi e risorse sulla quale il “Sistema Italia” si fonda e si rifonda e poi sprofonda. Tutto pur di non perdere la propria rendita parassitaria e di posizione insieme. Tutto, pur di non perdere il primato di casta e privilegio a vantaggio di se stesso e i suoi amici ed “amici degli amici”. Poiché il Governo, evidentemente, è “Cosa Loro”…
Così, all’”opposizione-ombra” in Parlamento, ovvero la finta opposizione “riformista”(?) che vuol “cambiare le cose dal di dentro”, altro non resta che daffare se non l’unione nell’ipocrita propaganda patriottica portata avanti dal Governo Berlusconi in carica, il quale preferisce fare, come gli altri che l’hanno preceduto, di ogni “morto tricolore” un eroe giacché “martire della nostra Patria”, pur di non diffondere la verità sul perché di guerre permanenti funzionali solo alla definizione d’una “via d’uscita”(?) da un’economia stagnante e tendenzialmente recessiva। Tutto, pur di non affrontare la questione dell’iniquità (ri)distributiva di redditi e risorse sulla quale il “Sistema Italia” si fonda e si rifonda e poi sprofonda. Tutto pur di non perdere la propria rendita parassitaria e di posizione insieme. Tutto, pur di non perdere il primato di casta e privilegio a vantaggio di se stesso e i suoi amici ed “amici degli amici”. Poiché il Governo, evidentemente, è “Cosa Loro”…
Mentre chi, fino a solo pochi mesi fa, ha creduto(?) che la lotta alla guerra potesse essere risolta in una spilla arcobaleno da indossare in occasione e alla presenza delle Forze Armate dello Stato in fila in piazza e già festose per aver tradotto la Repubblica in “Re-bellica”, si è ormai ritirato in buon ordine a meditare la propria inconsistenza e bene ha fatto। Irresistibile la leggerezza del non-essere..
Per i lavoratori, gli studenti, i precari, le masse popolari in generale, dunque, altra strada non vi è se non quella dell’intensificazione della Lotta della Classe – da riguadagnarsi a nuova e più complessa e plurale identità! – per la difesa e la (ri)conquista dei diritti sociali negati da anni di politiche antipopolari ed antioperaie. Mobilitarsi contro gli interessi dei padroni, dei banchieri, di Confindustria ed i suoi “governi amici” ed amici solo a loro. Altra strada non sussiste se non quella dell’autorganizzazione sociale dei propri interessi collettivi di contro chi si determina aggressore d’altri Popoli e oppressore in “casa propria”.
Radicalizzare i presupposti stessi del conflitto nel sociale al fine di estenderlo e generalizzarlo senza posa a sostegno della Resistenza popolare antimperialista in termini di solidarietà attiva e militante e contribuire al rafforzamento della resistenza sociale nel nostro stesso Paese, resta e torna ad essere il compito immediato e quotidiano di quanti non si rassegnano all’ordine esistente e persistente delle cose.
Collettivo politico MILITANZ Casa del Popolo
per l'Autorganizzazione sociale