IN DIFESA DI MEGARIDE - Gli operai della
Megaride, per storia loro e loro stessa dedizione alla Lotta ed al Lavoro, non sono - ahinoi - un esempio. Se lo fossero, probabilmente vivremmo in un Paese molto diverso. Sono, intanto, un precedente in questi anni di crisi, nei quali è più comodo "deviare" su suggestioni "altermondiste" poste, poche e nemmeno tanto salde, al di là degli oceani, che non lavorare al recupero ed alla ricomposizione di una nuova e rinnovata soggettività di classe che abbia lena di alternativa reale di quel Sistema e quel Potere che invece ad oggi può solamente subire, dispersa e disarticolata sì come ridotta.
Gli operai della Megaride sono agente di disturbo di quel manovratore, declinato nel settore in padroni ed armatori, che vorrebbe farci credere ed imporci a tal proposito che non si possa fare a meno di loro, dei loro presunti luminari e dei loro apparati di controllo.
Gli operai della Megaride sono la dimostrazione che, specialmente, a mettere in crisi le fabbriche, non sia tanto il “costo del lavoro” sì insopportabile per padroni e imprenditori all'arrembaggio, quanto piuttosto il costo di chi, come padroni e imprenditori detti, quel "costo" sfrutta: stipendi da capogiro e le spese manager, prelievi costanti dalle tasche del Lavoro per poi speculare altrove, errori, fatti e ripetuti, perchè, spesso, i padroni “oltre a farci, ci sono proprio”...
Gli operai della Megaride, in una parola, sono imbarazzanti. Imbarazzano burocrati istituzionali, sindacali o d'altra sorta che quotidianamente pongono ogni intralcio all'emancipazione reale della classe. Imbarazzano chi fa il “lavoro della politica" piuttosto che una più giusta e necessaria "politica del Lavoro", compreso chi, a forza di "men peggio" compie sapientemente suicidio in un eterno "compatibilizzarsi" senza posa al Capitale e i suoi interessi. Imbarazzano persino "settori radicali", "disobbedienti" per così dire, che si compiacciono del loro ribellismo generico e giovanilistico, per accontentarsi poi di qualche azione pretesa "esemplare" - ed oggi nemmeno più tanto o sempre più di rado - e ricondursi e provare a ricondurre il Movimento tutto sull'altare delle compatibilità finto-riformatrici di partiti e partitini finto-riformatori, avendone così in premio qualche "consulenza" stipendiata o "convenzione" di lavoro..
La determinazione dei Megaride, operai in cantieri ed officine portuali a Napoli è invece tutt'affatto che generica o formale. Essa è obbligatoriamente quotidiana, figlia dell’esigenza reale di mantenere condizioni di vita e di lavoro accettabili e pensare alla famiglia, ma tributo d'ogni momento fatto di orgoglio, coscienza, disciplina e senso di responsabilità. Questo è e significa esser "padroni di se stessi", proprietari collettivi di mezzi di produzione socializzati sì come socializzato è il Lavoro, autorganizzarsi socialmente come classe, prima "in sè", poi "per sè".
Gli operai della Megaride. La loro azione e storia dev'esser sostenuta alla maniera propria della classe, in osservanza della loro capacità d’analisi continua del reale, dei rapporti di forza, delle regole e dei codici del mercato. La loro forza sta certo nell'esperienza maturata dalla e nella Lotta, leggere, studiare, discutere e ricercare sintesi difficili, politicamente avanzate, sindacalmente autosufficienti - attività, queste, rare anche in larghi settori dell’antagonismo sociale - ma, altrettanto certamente, sta anche nella capacità, del Movimento tutto, di saper organizzarsi e combattere per la dignità del Lavoro, l'Autonomia di Classe, la solidarietà militante.
Il Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo (CdP), collettivo di Lotta e di Lavoro, collettivo di Popolo per il Popolo nel segno dell'Autorganizzazione sociale e il suo Riscatto, si schiera a fianco degli operai della Megaride. Si schiera a loro fianco, prim'ancora che per aver con loro condiviso anni di militanza e lotta politica, per il principio stesso della solidarietà di Popolo e di Classe. E vi si schiera, al di là delle strade diverse ormai intraprese ed oltre tattiche e strategie diversamente maturate, attenendosi al piano della Lotta, in tempi, modi e forme che gli operai valuteranno di volta in volta più opportune. Apertamente, pertanto, sostiene la Megaride di nuovo scesa in lotta ed offre dunque il proprio contributo, in termini di iniziativa, agitazione e controinformazione, quale atto di responsabilità politica, disciplina militante, giustizia di classe.
Per l'unità nella Lotta. Per l'unità del Lavoro.
Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo (CdP)
per l'Autorganizzazione sociale
Pubblichiamo, qui di seguito, come atto di chiara, diretta, inequivocabile solidarietà di classe, il comunicato-volantino degli operai della Cooperativa Cantieri Navali Megaride, da ieri di nuovo in lotta di contro l'arroganza e la sfacciataggine di padroni speculatori quali mandanti in primis di autorità repressive ed asservite agli interessi classisti di Sistema e di Potere, "amministratori" ed "ammaestratori" di "Istituzioni - formalmente - democratiche" in realtà deboli e corrotte, del tutto prone alle "esigenze" del Capitale morso e ripiegato nella sua stessa crisi.
Quelle stesse autorità giudiziarie che da sempre si sono contraddistinte per omertà e compiacenza di fronte ai peggiori scempi ambientali e alle peggiori prevaricazioni nei confronti dei lavoratori e dei loro diritti, stasera hanno posto i sigilli alla
Cooperativa Cantieri Navali Megaride attribuendo pretestuosamente alla Cooperativa una presunta
"violazione delle norme sul corretto smaltimento dei rifiuti". Tale accusa, che in una città ancora oggi devastata dalla crisi rifiuti appare già di per se ridicola, lo diventa ancor più se si pensa che il
Cantiere Megaride, regolarmente autorizzato allo smaltimento degli scarti di lavorazione, aveva già provveduto lo scorso mese di giugno a rispettare tempestivamente delle prescrizioni mosse dalla Polizia Giudiziaria. Si tratta chiaramente di un sopruso, teso ad attaccare e screditare quest'esperienza, a cui gli operai della
Cooperativa Megaride risponderanno con la lotta.
di seguito, e in allegato, il testo del volantino di detti operai
NON CI PIEGHERETE!
Da dieci anni i lavoratori dei Cantieri Navali Megaride portano avanti con le proprie forze un’esperienza produttiva inedita all’interno del Porto di Napoli. Dopo aver sconfitto un padrone interessato unicamente a speculare sul cantiere attraverso licenziamenti di massa e operazioni poco trasparenti, i lavoratori hanno dato vita nel febbraio 1999, dopo decenni di lotte dopo 4 anni di occupazione, ad una cooperativa autogestita.
Questa esperienza, che ha permesso di salvare decine di operai da un futuro di miseria e disoccupazione, ha in questi anni portato linfa vitale all’interno di un porto che da decenni, a causa di pesanti ristrutturazioni produttive, ha visto tagliare migliaia e migliaia di posti di lavoro ad opera di padroni senza scupoli.
In questi anni la Cooperativa Megaride ha rappresentato l’unica esperienza virtuosa all’interno del Porto di Napoli, perché ha saputo coniugare l’efficienza e la qualità delle attività produttive con la tutela dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori: questo senza aver mai usufruito di nessun finanziamento e ne tantomeno beneficiato di nessuna legge a sostegno per le sue attività.
QUESTA INEDITA ESPERIENZA HA DATO E DA FASTIDIO A QUALCUNO
Già nel corso della sua decennale esperienza, il cantiere è stato più volte oggetto dell’”attenzione” delle varie autorità interne al Porto. Controlli ed ispezioni di ogni sorta da parte di Ispettorato, Finanza, INAIL, ma soprattutto di ASL e Capitaneria: proprio quegli stessi enti che da sempre sono pronti a chiudere un’occhio quando si tratta di vigilare e controllare quelle migliaia di aziende che per tutelare i profitti operano in barba alle più elementari norme di tutela della salute e dei diritti dei lavoratori e degli operai.
Puntualmente, i soliti poteri “occulti” accorrono per mettere i bastoni tra le ruote ad una realtà che per qualcuno viene ritenuta scomoda.
HANNO SEMPRE VOLUTO CREARE DIFFICOLTA’,
AFFINCHE’ QUEST’ESPERIENZA NON DECOLLASSE
Oggi, con l’ausilio della magistratura, sono riusciti a mettere i sigilli al Cantiere perché, a detta delle autorità, durante la rottamazione di alcuni relitti sarebbero stati trovati, l’estate scorsa, “diversi quintali di rifiuti speciali”. Argomentazione davvero risibile se si pensa che proprio in quei mesi l’intera Campania era alle prese con una catastrofe-rifiuti che ha distrutto e sconvolto l’intero territorio. Una catastrofe ambientale per cui nessuno ha ancora pagato, tantomeno i veri responsabili che si trovano all’interno delle istituzioni e dei poteri forti della città. Come nessuno ha mai pagato per quella vera e propria carneficina che ogni giorno vede quattro operai morire sul luogo di lavoro, e in cui quelle stesse autorità giudiziarie oggi così solerti nel sigillare il cantiere Megaride se ne sono sempre “lavate le mani” (vedi strage alla Thyssen-Krupps ma anche gli scandali delle morti per amianto).
In un periodo di crisi economica, dove in tutto il mondo gli Stati e i governi si prodigano per salvare quelle stesse imprese e banche che la crisi l’hanno creata, a Napoli, capitale della disoccupazione, si decide di attaccare una delle poche realtà produttive che ancora resistono sul territorio.
NON CI HANNO FERMATO I PADRONI
NON CI FERMERANNO NEANCHE I LORO SERVI SCIOCCHI
Napoli, 10-12-2008
I lavoratori della Coop. Megaride