sabato 15 marzo 2008

8 MARZO TUTTO L'ANNO!

L’oppressione delle donne ha le sue basi nel modello sociale imposto e determinato dalla società borghese. Trova le sue radici nel processo materiale di produzione e riproduzione capitalistica.
Il sistema di doppio sfruttamento cui le donne sono assoggettate – quello che, da una parte, utilizza le donne nel loro valore d’uso in qualità di riproduttrici di forza lavoro e forza lavoro esse stesse e, dall’altro, taglia la spesa sociale e i servizi di pubblica utilità come i consultori familiari, la sanità pubblica ect. utto a vantaggio del profitto di privati imprenditori – rappresenta la base materiale sulla quale intervenire, costruire massa critica, ricostruire segmenti importanti della più generale lotta di classe.

Non si tratta di mera rivoluzione simbolica, sterile rivendicazionismo di genere o, men che meno, strumentale terreno di campagna elettorale.
Si tratta invece di un impegno costante, quotidiano, per riaffermare il diritto della donna ad autodeterminare il proprio corpo, decidere della propria vita, scegliere il proprio futuro.
Si tratta della difesa del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (L.194/78) che oggi viene messo in discussione dagli apparati politici e vaticani più oscurantisti e retrogradi.
Si tratta di lottare per la riappropriazione del ruolo dei consultori, per una sanità pubblica e di qualità, per il diritto stesso all’esperienza della libera, consapevole genitorialità.
Si tratta, in definitiva, di ricollegare tutti gli obiettivi di emancipazione sociale delle donne agli obiettivi più generali della lotta emancipatrice degli oppressi.
Riprendere, dunque, il dibattito sul ruolo della famiglia nella società borghese quale primo luogo di controllo e repressione di una donna troppo spesso ridotta a mero “angelo del focolare” ed impedita, pertanto, nella sua libera creatività, intellettualità, professionalità, significa ripensare e praticare un passaggio importante delle aspirazioni di liberazione e di riscatto del Popolo lavoratore tutto.

Approfittare delle faville di coscienza critica accese nei soggetti subalterni dell’attuale società dalla lotta politica corrente, per elevare tale coscienza a coscienza politica apertamente rivoluzionaria, il compito di quanti non si rassegnano ad un presente di oppressione in una società classista, ma tenacemente resistono e continuano a lottare per un’alternativa di Classe, di Sistema, di Potere.
In una sola espressione: lotta delle donne e lotta di classe sono inscindibili, nell’ottica della prospettiva della costruzione della società socialista.

MARTEDI 18 MARZO 2008
BANCHETTO DI CONTROINFORMAZIONE

presso mercato cittadino - ore 10 - p.le antistante Staz. FS S.Antimo (NA)

Casa del Popolo MILITANZ Collettivo Politico
via Francesco Girardi 22 - S. Antimo (NA)