venerdì 14 novembre 2008

E L'ONDA TRAVOLSE ROMA

Roma, ieri. Tre i cortei. In 300.000 o più paralizzano la capitale per riaffermare, nel e dal vivo della Lotta, la rabbia, la loro indignazione, il nostro irriducibile NO al progetto del Ministro Gelmini e il suo Governo. Treni speciali, pullman, auto private. Da tutta Italia per confluire in piazza Navona. Nelle strade del centro riecheggiano slogan contro il governo: "Lo senti il terremoto, sono i precari in moto", "Governo di nani, arriva lo tsunami". Un gruppo ha deviato e si è raccolto sotto le finestre di Montecitorio. Intanto le manifestazioni contagiano e coinvolgono finanche le capitali europee: l'eco dell'Onda agita studenti Erasmus e Leonardo, ricercatori all'estero e dottorandi espatriati. E l'Onda si ingrossa ancora, dando così assedio a tutti i principali consolati italiani d'Europa.

"Abbiamo attraversato settimane di intensa mobilitazione, che hanno visto la partecipazione di migliaia di studenti e precari di tutte le università, nelle occupazioni, nelle manifestazioni spontanee, nei blocchi dei nessi produttivi nelle città. La parola d’ordine, che ha viaggiato con la rapidità della propagazione delle onde, «Noi la crisi non la paghiamo!», è l’espressione di un’intelligenza collettiva che si forma nelle lotte ed esprime completa il rifiuto a pagare i costi della crisi globale. Da più di un mese assistiamo al crollo sistematico delle borse mondiali, preludio alla vera crisi, quella dell’economia reale." E' la voce del Movimento studentesco. E' oggi la voce della Lotta, della nuova e rinnovata opposizione sociale nel Paese. Paese reale che resiste e s'organizza, Potere che trema, mostra i muscoli e poi s'asserraglia "in discesa in difesa della sua stessa celebrazione". Chiuso ai suoi palazzi. E chiama a corte, in un momento in cui rischia d'esser travolto, tutti i suoi lacchè, da giornalisti pennivendoli e corrotti a sondaggisti cialtroni e menzogneri, da politicanti portaborse in professione a corti di giudizio ad esso attigue. Accade così, a imperituro monito per chi si ostina a resistere all'arroganza del Potere, che scoccano condanne lievi e del tutto inappropriate - poichè già in odor di prescrizione e di condono - per i funzionari della Polizia di Stato che, nei giorni del G8 a Genova (luglio 2001), sospesero lo Stato di Diritto, massacrando, strada per starda e poi alla scuola Diaz, i corpi ed i diritti di migliaia di persone e di Compagni. Forze dell'ordine. Già. dell'ordine costituito. Corrotto, classista ed assassino, in quanto tale. Quello stesso Ordine che oggi si chiude nel palazzo e rifiuta ogni misura di confronto e di raffronto. Quell'Ordine che pur mostrando "indifferenza" prima e linea dura poi nei riguardi di chi lotta, oggi scricchiola e sa che dovrà cedere. Perchè le masse sono "l'oste" senza il quale non v'è conto che sia valido...

E si stringe - il Potere - nell'alveo ristretto del palazzo che gli è proprio, nell'abbraccio chi gli è sodale, servo ed asservito e prova ad elemosinar oggi consensi al suo interno non riuscendone a trovare altrove. Non in piazza certamente e, da tempo a questa parte, nemmeno in Società. Lavoratori salariati in sciopero generale, stipendiati del pubblico impiego sul piede di guerra, famiglie deluse, affaticate a fine mese, ma in rivolta. E i lavoratori Alitalia, emblema d'una crisi dalla quale non si esce, o comunque non si esce alla maniera dei padroni...
Su tutto gli studenti e loro affini. L'avevano promesso e l'ahanno fatto. hanno assediato la Capitale, "rischiano" di paralizzare il Paese per intero. Loro sono l’Onda. Un’intera generazione in rivolta che ha dato "scacco al cielo": accerchiato Palazzo Chigi, per garantire la libertà di espressione sotto i palazzi della decisione politica e gridare “in faccia” al Governo ed al Paese il proprio sdegno, la propria determinazione nel "riappropriarsi" del futuro. Merce non vendita, il futuro...
E siamo ad oggi, alla Sapienza okkupata, una due giorni di assemblea nazionale con migliaia di studenti che proprio in queste ore darà vita al "manifesto dell’Università", proposta programmatica e di linea di un'autoriforma necessaria, costituzione auto-normativa di studenti, ricercatori e dottorandi in una rivoluzione culturale ormai in marcia.

Questo, in conclusione, il senso dell'appello lanciato dagli Atenei in rivolta ai sindacati confederali e di base insieme per dar vita e costruire insieme un nuovo, grande sciopero generale in grado di imporre al Governo un’altra agenda in merito alle politiche sociali.
L’offensiva che Berlusconi e i suoi amici stanno infliggendo alle istituzioni del Welfare pone oggi tutti noi di fronte ad una nuova sfida che poi è anche la più vecchia delle lotte tra le classi: la sfida dell'emancipazione culturale e della demcrazia sociale e popolare; la sfida della autodetermninazione di popolo e di massa di contro i privilegi classisti e dominanti; la sfida della trasformazione sociale in termini di conquista e di vittoria, a partire dalla difesa immediata ed ad oltranza delle garanzie pubbliche faticosamente conquistate dalla Lotta d'altri anni per proceder poi al rovesciamento radicale degli attuali rapporti di classe e di potere.

E mentre taluni si attardano a pensare - con entusiamo alcuni e proccupazione altri - che un nuovo spettro si aggira per l'Europa, l'autorganizzazione del corpo sociale collettivo dei di nuovi e vecchi proletari d'oggi è già una realtà. E presentando fin dalla Lotta che essi dispiegano il manifesto della loro battaglia, già lavorano per un mondo nuovo. Oltre la crisi. Oltre il Potere.

Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo (CdP)
per l'Autorganizzazione sociale