mercoledì 6 febbraio 2008

CONTRO LA REPRESSIONE, SOLO LA LOTTA PAGA!

Compagni! Studenti! Lavoratori!

Sta per concludersi a Cosenza il processo che vede 13 Compagni della Rete Sud Ribelle imputati con l’accusa di “sovversione violenta dell’ordine economico dello Stato” – in base alla normativa ancora vigente dal periodo fascista – per aver partecipato alle grandi manifestazioni in occasione del vertice OCSE a Napoli nel marzo del 2001 e del G8 a Genova, nel luglio dello stesso anno.

L’intero impianto accusatorio portato avanti dal PM Fiordalisi, ad oggi, risulta fondato solo su illazioni, supposizioni, congetture, che forzatamente tentano di operare una continuità tra gli imputati e le cosiddette “bande armate” degli anni 70. Nessuna prova certa è stata presentata a supporto di tali accuse, tant’è che svariate altre Procure d’Italia, diversamente da quella di Cosenza, hanno esplicitamente respinto l’intero “incartamento” presentato agli atti dal PM, considerandolo legalmente non rilevante.
Evidente allora risulta l’atto politico, prim’ancora del teorema giudiziario, tutto teso alla criminalizzazione del dissenso ed alla repressione dell’antagonismo sociale. Repressione diretta e giudiziaria, fatta di carcere e manganello. Obiettivo: colpire al cuore il Movimento, intimidire chi lotta, sradicare l’opposizione sociale da un Paese ormai condotto alla deriva antipopolare ed antioperaia dai governi dell’alternanza borghese tra centrodestra e centrosinistra, nel segno di Confindustria, banchieri e padroni. In una sola espressione: colpire alcuni in maniera esemplare e netta al fine di “educare” tutti gli altri all’osservanza dell’ordine politico ed economico costituito. 50 gli anni di carcere complessivamente chiesti dal PM e più 5 milioni di Euro di risarcimento al Governo per i danni d’immagine subiti dal Paese in occasione dei vertici di Napoli e Genova!

Il significato è dunque chiaro: l’Ordine e la disciplina sociale imposta dal Capitale e i suoi governi non si discute! Non si contesta! Per questo chi lotta, si organizza, manifesta con irriducibile dignità, commette reato. E i capi di imputazione, opportunamente gonfiati, inventati, estesi ad altri, trasformati in reati associativi, aggravati da termini che possano ricondurre ad un immaginario di guerra – quali la devastazione ed il saccheggio – in modo da moltiplicare la pena in proporzione, determinano l’accusa di terrorismo, come nuovo e rinnovato metro di misura adottato dagli apparati coercitivi dello Stato per “contenere” e poi “gestire” la lotta di classe, il conflitto sociale.
Così, mentre l'unica guerra evidente, con bombardamenti o meno, è quella scatenata dal Capitale contro il Lavoro e l’opposizione sociale per continuare ad opprimere e sfruttare, si prospetta un altro scenario di condanne per chi a questa guerra resiste.

Militanz Collettivo politico per l’autorganizzazione sociale, esprime solidarietà militante agli imputati del processo di Cosenza ed a tutti i perseguitati e i prigionieri politici ad oggi detenuti nelle galere di Stato. Si rifiuta di cedere alle lusinghe di chi vorrebbe vederci imploranti a chiedere giustizia ai responsabili di un sistema giudiziario ingiusto e appannaggio esclusivo di un ceto politico che chiede l'impunità per se stesso, prescrivendo poi anni di galera a chi si organizza e lotta per la difesa dei diritti sociali, di popolo e di classe.

MANIFESTAZIONE NAZIONALE
Genova 2001 - Cosenza 2008: Sette anni di vergogne
MILITANZ CDP - COLLETTIVO POLITICO
via Francesco Girardi, 22 Sant'Antimo (NA)
La CdP MILITANZ è aperta ogni venerdi dalle ore 18.30