di Enrico Vigna – Portavoce nazionale del Forum Belgrado Italia
La secessione comunicata domenica 17 febbraio da una leadership di criminali di guerra (esempio Thaqui, Ceku), capoclan mafiosi (esempio Haradinaj) e finanzieri indagati da molte corti europee (esempio Pakolli) è l’ennesimo tassello di quella tragica commedia di distruzione dell’unità e fratellanza degli Slavi del Sud, conclamatasi nel ’91, ma pianificata ben prima nelle capitali occidentali. Un ennesimo atto violento, arrogante, di ingiustizia, di illegalità che calpesta il Diritto Internazionale, la Carta dell’Onu e qualsiasi accordo internazionale.
La secessione comunicata domenica 17 febbraio da una leadership di criminali di guerra (esempio Thaqui, Ceku), capoclan mafiosi (esempio Haradinaj) e finanzieri indagati da molte corti europee (esempio Pakolli) è l’ennesimo tassello di quella tragica commedia di distruzione dell’unità e fratellanza degli Slavi del Sud, conclamatasi nel ’91, ma pianificata ben prima nelle capitali occidentali. Un ennesimo atto violento, arrogante, di ingiustizia, di illegalità che calpesta il Diritto Internazionale, la Carta dell’Onu e qualsiasi accordo internazionale.
Come ha detto il Ministro a termine D’Alema (bombardiere, ancora oggi pienamente convinto, della Repubblica Federale Jugoslava nel ’99): “un atto irreversibile”. Staremo a vedere.
Intanto occorre, come ci chiedono i rappresentanti del popolo serbo e delle comunità serbo kosovare e delle altre minoranze del Kosovo Metohija, rafforzare il lavoro di informazione, denuncia e sostegno alla resistenza che si sta organizzando nel Kosovo occupato, di cui il nostro lavoro è un piccolissimo contributo.
Ma le parole e gli scritti non bastano, occorre rafforzare e ampliare anche un lavoro di solidarietà concreta e materiale con le enclavi assediate e resistenti nella Provincia serba occupata. Su questo terreno l’Associazione SOS Jugoslavia sta già lavorando da anni con progetti specifici verso alcune di queste realtà (Kosovska Mitrovica, Gorazdevac, Orahovac, Pristina, le famiglie dei rapiti e le vedove di guerra dell’Associazione Srecna Porodica) nell’ambito del Progetto SOS Kosovo Metohija.
Per questo lanciamo un forte Appello rivolto a:
- Esponenti istituzionali, affinché pongano in tutte le sedi, da quelle parlamentari a quelle locali, ordini del giorno per non riconoscere e non promuovere collaborazioni di alcun tipo con una entità artificiosa, criminosa ed illegale internazionalmente.
- Esponenti istituzionali, affinché pongano in tutte le sedi, da quelle parlamentari a quelle locali, ordini del giorno per non riconoscere e non promuovere collaborazioni di alcun tipo con una entità artificiosa, criminosa ed illegale internazionalmente.
- Operatori dell’informazione, giornali, radio, televisioni, riviste, affinchè facciano circolare informazioni, documentazioni, denunce della realtà storica e attuale del Kosovo.
- Tutte le persone oneste che credono nella giustizia e nella pace tra i popoli, che ci aiutino sotto qualsiasi forma: dal promuovere iniziative locali, al far circolare materiali, libri, filmati, appelli, al sostegno economico ai progetti di solidarietà concreta….
Questo atto di banditismo internazionale non è solo contro un Popolo, quello serbo, ma è un atto contro i diritti di qualsiasi Popolo…
Chi può escludere che un giorno non possa riguardare anche il nostro Paese?
Il nostro Paese comunque è già complice di primo piano con questa ingiustizia, facciamo in modo di non confonderci e di non renderci complici anche noi di questa classe politica dirigente, ancora una volta supina ed asservita alla potenza statunitense.
Il nostro Paese comunque è già complice di primo piano con questa ingiustizia, facciamo in modo di non confonderci e di non renderci complici anche noi di questa classe politica dirigente, ancora una volta supina ed asservita alla potenza statunitense.
Difendiamo e lavoriamo per la pace, l’amicizia e la convivenza tra i popoli, veri obiettivi per costruire un futuro diverso e migliore per le future generazioni. Per cercare di impedire che i nostri figli e le madri non subiscano e vivano, ciò che stanno subendo e vivendo i bambini e le donne dell'obiettivo.